Battlestar Galactica (Sci-Fi Channel, 2004)
Da bambino guardavo Galactica e mi piaceva il giusto. Ricordo che ho sempre adorato il look dei pilota di Starbuck (aka Scorpio) e Apollo, con quel giubbotto di cuoio fichissimo. Anni dopo quel look ispirerà – non ho fonti certe, ma sono abbastanza sicuro – quello dei piloti di quel gioco meraviglioso che era Wing Commander 2. Detto questo, però, la serie non mi era niente di che e, crescendo, ascoltavo con una certa commozione la sigla, ma chiusa lì.
Nel 2004 Sci Fi Channell annuncia una miniserie di due episodi che si può vedere come remake/reboot della serie originale. Stessi personaggi, ma storia che fa riferimento alla vecchia serie, dando un senso di continuity, per quanto i personaggi, per l’appunto, siano gli stessi, ma giovani e quindi siamo in una specie di what if (oppure un what the fuck?, se preferite).
La mini di Galactica si apre con l’incontro tra due delegati, uno delle 12 colonie e uno dei cylon. E poi saltano in aria. E poi esplodono le 12 colonie. E in mezzo a tutto questo drammi familiari scespiriani, dubbi, traumi, sospetti, paura, intolleranza, fede, potere militare contro potere politico contro superstizione, doppio gioco, evoluzione dei caratteri. Su tutto questo la paura e la tristezza di chi viaggia senza una meta precisa, seguendo un nome che è leggenda e fidandosi di profezie e visioni, e che, nel frattempo, perde amici, parenti, persone a cui vogliono bene. La mini serie ha un tale successo che BSG diventerà una vera e propria serie che durerà per quattro stagioni, poi chiusa in vista di ascolti che andavano calando e riuscendo a portare a casa un finale che ha accontentato (quasi) tutti.
E’ di quelle serie che le guardi e senza accorgertene ti sei affezionato ai personaggi. Magari non tutti, magari solo qualcuno, magari quello che non ti aspettavi. E quando la serie finisce rimani lì a chiederti che ne sarà di te, che tutto questo ti mancherà, perché è uno di quei telefilm capaci di emozionare e lasciarti svuotato dentro come ne sono stati prodotti pochi.
Ci sarebbe ancora molto di cui parlare, di come la Galactica sia un vero e proprio personaggio portante, di come la mitologia della serie sia curatissima, di personaggi secondari che diventano portanti e dei buoni e dei cattivi che sono cattivi e buoni. Rimane il piacere di rivederla e notare un sacco di cose che alla prima volta erano sfuggite. Ma, soprattutto, rimane questa sensazione, quando la si vede per la seconda volta, di essere tornati a casa.
So say we all…