Avevo deciso di starmene ben piantato sotto la coperta, steso sul divano, a guardare Homeland e Supernatural e qualsiasi film passasse in televisione. Poi mi sono alzato, mi sono messo l’ultimo album di Tom Waits nelle orecchie e sono sceso per strada, a spazzare la neve che circondava e copriva la mia auto.
Alle sette di sera non gira molta gente, con tutto quel freddo. Ho giusto incrociato uno dei camerieri della pizzeria sotto casa, ha riso beffardo e mi ha chiesto se mi sembrava l’ora di mettermi a spalare. Gli ho risposto di farsi un’ampia gamma di cazzi suoi, lui mi ha mandato a fare in culo e l’equilibrio dell’Universo è stato mantenuto ancora una volta.
Ho spalato, ho grattato via il ghiaccio, ho pulito i vetri. Memore di sbagli precedenti, mi sono coperto abbastanza bene da evitare che le mani diventassero dei blocchi di doloroso freddo. Ho pensato un sacco agli ultimi mesi, a persone che non ci sono più, a persone che non ci sono ancora, a persone che ci sono, ma non sai mai se sono le stesse, se è cambiato qualcosa e che cosa. Ho pensato agli errori che ho fatto – che io faccio sempre una marea di errori, – e mi sono chiesto se c’è possibilità che io eviti di ripeterli, in futuro – la risposta è stata una bassa risatina sarcastica.
Poi mi sono seduto su un muretto ghiacciato e ho guardato Budrio, immobile. E’ Febbraio e siamo già a metà mese. Non ho la pretesa di sperare che con la primavera arriveranno tempi migliori, ma so che quando ci sarà il sole e le temperature saranno più umane, starò già meglio.
Non posso neanche sperare che questo basti. In fondo so che sono il solo che può far sì che le cose vadano meglio, sotto tanti punti di vista.
Ma a volte ti basta aspettare la primavera e sapere che un po’ di sole ti donerà un po’ di tranquillità e di sorrisi. A volte basta poco. Il mio poco, ora, è questo.
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l’ultimo album di tom waits. era anche ora.
È bellissimo.