L’hai visto tutto?
Tutto di filato, si lascia guardare bene, nonostante un finale tirato, forse, troppo per le lunghe.
Segnali che è degli anni ’90.
Elijah Wood è nel cast, ma non è un nome di punta perché non ha ancora girato Il Signore degli Anelli. Robert Patrick non è vecchio. Salma Hayek chiaramente sotto sfruttata. The kids aren’t allright degli Offspring apre il film. Le gente fuma e, in più, fuma in locali chiusi e, in più, fuma in locali chiusi tipo una scuola. Il teppistello Zeke spaccia film in videocassetta.
Quanti ne muoiono.
2. Tre se vogliamo contare la regina. Un’infinità, se vogliamo contare le persone che vengono sostituite dagli alieni, ma che in realtà sono solo tipo possedute, ma non morte.
L’assassino ha possibilità di diventare iconico?
Macchè. Io avevo già visto il film e non ricordavo mica come fosse fatto. Alla fine, è una pellicola che vive di cattivi sotto forma di gente posseduta e, come tale, non è che possa offrire grossi brividi. In più cita pesantemente – e dichiaratamente, più volte – L’invasione degli ultracorpi, senza riuscire a proporre qualcosa di altrettanto degno come i bacelloni.
Trama in poche righe.
In una tranquilla cittadina di provincia un gruppo di reietti del liceo (il nerd, l’ex atleta, il ripetente maneggione, la dura in odore di omossessualità) si ritrova a combattere una silenziosa invasione di alieni che prendono il controllo del resto della cittadina. Avrete notato come ogni trama di film descritto finora riguarda sempre una piccola cittadina di provincia. Del resto è il territorio ideale per raccontare qualsivoglia cazzata, perché se succedesse a New York ci sarebbe da gestire la polizia, l’FBI e i Vendicatori. Così si può mettere il personaggio dello sceriffo vecchio e/o svogliato e/o scemo e/o inutile e la questione “tutori della legge che gestiscono la cosa” si risolve facilmente.
Ci sono sequel?
Nessuno e, tutto sommato, ciò è un bene. Il film sfugge, finora, all’insensata riproposizione della sua formula narrativa, probabilmente perché è una copia di parecchi film di fantascienza precedenti.
Lo consiglieresti?
Diciamoci la verità: se metti Robert Rodriguez alla macchina da presa e gli impedisci di allungare le mani verso la sceneggiatura, rischi di ottenere un buon risultato. Quando si tratta di muovere la telecamera è bravo e il ritmo, nel montaggio, è alto e tiene bene. Sembra quasi banale, ma alla sceneggiatura c’è ancora Kevin Williamson che, tra l’altro, doveva occuparsi anche della regia, ma che ha lasciato stare per dirigere un’altra zozzata.
Il film diverte, nel suo poco, e lo fa però ripescando a piene mani da tutta una serie di film che vengono più o meno pesantemente plagiati e citati: la gente posseduta come nel già citato L’invasione degli ultracorpi, i vermoni di Terrore dello spazio profondo, i protagonisti che si ritrovano a dubitare l’uno dell’altro e, per capire se possono fidarsi, decidono di farti dei test come ne La cosa (ma qui si modernizza il tutto e sniffano della droga fatta in casa), gli archetipi degli studenti come in Breakfast Club. La cosa curiosa è che il film funziona proprio nelle cose che ruba e, levate quelle, rimane ben poco da salvare (che il design della regina aliena, per dire, è una roba che sembra uscita da una puntata media di Hercules). Poi va ammesso, che, tra tutti i film visti finora, questo è il risultato migliore, assieme a Scream. Ed è tutto dire.
Scena da ricordare.
La sniffata di gruppo per capire se c’è qualche alieno infiltrato è costruita innegabilmente bene, a livello di tensione. Ma quasi quasi salverei quei pochi secondi della partita di football finale, durante i quali il buon Robert Patrick si diverte un mondo, ogni volta che uno dei suoi ragazzi storpia un avversario, e tira fuori delle espressioni da vero fidiputt che fanno molto sorridere.
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