Uno dice che si mette a scrivere. Ci sono un sacco di idee diverse da dove si comincia, se si vuole scrivere qualcosa.
Per dire, quelli bravi fanno una scaletta, uno schema, si appuntano determinati passaggi fondamentali. Alcuni fanno pure le schede dei personaggi principali, con una mini biografia e dati importanti.
Io, a questo giro, ho fatto una piccola scaletta, che poi, in realtà, sono giusto alcuni punti fondamentali – credo – per lo sviluppo della trama, che devono accadere per determinate evoluzioni narrative (o anche solo perché mi piace l’idea).
Poi ti siedi, scrivi le prime pagine o – se hai fortuna – molte pagine e devi salvare il file e ti chiede come lo chiami ed è quel momento lì, di solito, che mi manda in panico.
Come diavolo si intitola, il libro? Il primissimo libro che ho scritto si intitola Tempi migliori, ma ci ho messo una vita a decidere per quel titolo lì (e mi ha sempre fatto schifo). Il secondo si intitola La porta sul tempo e pur avendo a che fare con l’argomento del libro (che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è un fantasy) non mi ha mai convinto, né mi è mai piaciuto molto. Fine della corsa mi piace, si adatta, dà il senso del tempo che finisce, delle decisioni da prendere e così via. Il libro dopo, che si dice, si mormora, forse che, dovrebbe uscire ha un titolo che, per la prima volta, ho scritto appena sedutomi alla tastiera e che, se non me lo fanno cambiare, dovrebbe rimanere quello.
C’è un procedimento? C’è un trucco? Si sceglie come il titolo? La mia solenne risposta è un “mah, non lo so mica”. A volte viene subito, a volte no, a volte sai cosa vuoi, a volte devi capirlo. A volte, semplicemente, ti sovviene a metà strada e ti senti un cretino, ché lo hai sempre avuto davanti agli occhi e solo non ci hai fatto caso.
Io sto aspettando di farci caso. O di capire. O quello che è.
Ché il file del nuovo libro, in questo momento, si intitola mah.odt.
quando scrivo i soggetti per il corso, scrivere i titoli mi ammazza sempre -.-‘
Fratello mio…