Ché te la ricordi ancora quella prima sera che eri fuori a fumare con gente più o meno sconosciuta e c’erano questi due occhi scuri che ti guardavano di sottecchi e tu li guardavi di sottecchi e ridacchiavate perché vi vedevate per la prima volta dopo un pezzo e tu avevi anche un aneddoto sul fatto che l’hai confusa con un’altra persona e hai dato a quell’altra persona la sua storia e quindi era tutto un po’ strano.
E poi ti ricordi di quella sera sotto il portico e lei che ti incoraggia a riprendere a uscire e dici “oh vabbè, male non farà” e quindi esci. E sono spritz e sono giri per Bologna e sono il centro che cominci a frequentare e ti siedi a bere in bar dove conosci gente nuova e litighi con i grillini e lei è sempre lì che ride e rolla sigarette e vi raccontate i casini (ché tu sei un casino, ma grazie al cielo anche lei è alla tua altezza) e giornate al parco e seduti a bere e tu che le leggi un libro e giri ai mercatini dove prova vestiti e pensi che, tutto sommato, cavoli, forse forse le vuoi pure bene, ché era da un po’ che non ti succedeva di volere bene a qualcuno e non è male, sai? Non dico che ti cambia la vita, ma ti fa sentire un po’ meno pirla, almeno quello.
Poi un giorno ti dice che se ne va, perché è tempo, perché c’è qualcuno che la aspetta, perché sì, perché è così che deve andare. E tu un po’ ci rimani così e pensi che se doveva andarsene dalla tua vita allora poteva lasciarti sul divano, invece di farti conoscere il centro e il parco e gli spritz.
Però poi – ma tu non glielo dici, perché comunque, cazzo, hai un po’ questo personaggio da tenere – sei felice per lei, perché da quando ti ha detto che se ne va ha di nuovo quegli occhioni scuri di quella sera che fumavate fuori e pensi che quegli occhi scuri lì se lo valgono il fatto che se ne va, no? Ché forse, in fondo, il fatto che vada a essere felice altrove è un po’ anche una vittoria tua, che ci tenevi che lo fosse.
E ascolti quel pezzo lì, quello che le hai postato una delle prime volte che avete parlato, prima che ti proponesse di ascoltare Giuradei che mette in musica una poesia di Pasolini e pensi a Bologna e ai parchi e agli spritz e ti dici di non perderli di vista, ché se proprio non puoi tenerti lei, almeno tieniti vicino i ricordi di lei, ché la sua risata riecheggia negli angoli e sotto i portici, quindi vale la pena di andare a visitarli.
Buon viaggio, fava. E no, non lo ascolterò Giuradei che ha messo in musica una poesia di Pasolini.
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