Sei mesi di 2014 e cose che ho scoperto e cose che ho perso e cose che.
La dipendenza da Tom Waits.
Il viaggio a Londra cercato, desiderato, voluto, amato, prenotato e poi perso, ché la vita è amara.
Le persone che entrano ed escono dalla tua vita, a volte lasciandoti bei ricordi, a volte lasciandoti a chiederti cosa ti ha investito.
La fine della scrittura.
L’inizio, forse, della scrittura.
La fine di Californication, quella roba strana, a volte brutta in maniera imbarazzante, che ti ha dato il La per un sacco di cose. Strane, a volte brutte in maniera imbarazzante.
I vecchi amici. Che capisci che sono vecchi perché anni dopo li vedi ed è ancora amore come anni prima.
Bologna. Che, in qualche modo, ha avuto molta pazienza con me e, ogni tanto, mi regala uno scorcio del suo affetto e io, niente, rimango lì e penso che potevo stare molto peggio in posti molto peggiori.
Film. Serie tv. Musica. Cose che fanno da coro alle tue giornate, ai tuoi pensieri. Cose nelle quali ti riconosci, cose che pensi “Oddio, parla di me” e poi ti vergogni di averle pensate.
Quella con cui bevi gli spritz seduto per terra. Quella con cui fai colazione nei bar con le brioche cattive e i piccioni a spasso. Quelle persone che ci parli e ti senti felice di farlo, perché sono persone che ti fanno sentire vivo e che, senza, sarebbe, forse, più noioso.
I libri che hai ricominciato a leggere. Le cose che hai cominciato a provare. I tentativi di passi avanti (ogni due indietro, a volte).
I concerti a cui vai. A volte anche per la gente che ci va, per vederla cantare e pensare che sono divertiti e divertenti.
I progetti. Le idee. I gatti. Il divano. La bici. I problemi di salute. Ma avere ancora voglia di buttarmi nelle cose e provare, rischiando di prenderla nei denti, ma almeno sentendomi vivo, mentre massaggio i lividi.
Altri sei mesi. Ho smesso di fumare. Ho ridotto il bere e la sugna. Ma ho la musica e un sacco di strada da fare, ancora. Sei mesi e non sapere cosa mi aspetta, ma, comunque, aspettarlo, con il sorriso da perfetto stronzo di Jesse Custer.
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Nnhocapito…perchè uno dovrebbe vergognarsene?
“Cose nelle quali ti riconosci, cose che pensi “Oddio, parla di me”.
Uno legge, guarda film, osserva un dipinto, una persona e perfino un paesaggio e vede cose che gli parlano, gli parlano della sua vita perchè è lui che le guarda.Ma…perchè vergognarsene. Perchè a volte dicono cose che non gli piacciono?