Closing time you don’t have to go home but you can’t stay here…

Ho traslocato diverse volte, in vita mia. Ho cambiato casa a Nuoro e poi sono andato a Pisa e poi a Bologna e poi a Budrio. Ricordo la sensazione di perdita, assieme al fiato mozzo per la nuova avventura che mi aspettava. Ricordo che, improvvisamente, c’erano un sacco di cose che mi tornavano in mente, mentre sbaraccavo mobili e vestiti.
Friendfeed, è stato un piccolo social network che ambiva a diventare grande. Ci arrivai perché, per un certo periodo, Gianluca Neri, sulla testata di Macchianera, ci metteva battute che aveva letto in giro e gli erano piaciute, con il link. E una volta ne seguii una che portava lì, scoprendo di esserci iscritto da un pezzo, ma di frequentare poco.
Ricordo anche Luca Sofri che intervistava uno dei fondatori che ne diceva meraviglie, promettendo di diventare un serio concorrente i Facebook, quando tipo due settimane dopo Zuckerberg se li è comprati con quello che gli avanzava dalla paghetta settimanale per farne una riserva dove studiare features che poi venivano integrate su FB.
Friendfeed è diventato, a quel punto, un posto piccolo, sempre meno frequentato, ma vivo, interessante, a volte irritante e pieno di cattiveria umana, come qualsiasi luogo dove ti ritrovi a stretto contatto con persone che non sono famiglia o amici.
Ma non ci sono sciechimisti, su Friendfeed, e nessuno che cerca di convincerti che puoi curare il cancro con le bacche o che posta robe tipo “Il dolore di una madre è lo scudo che rende felice un figlio e compra anche la carta igenica”.
Il socialino dell’odio, come viene definito, mi ha dato amicizie, avventure, conoscenza, polemiche, discussioni, litigi, un pubblico. Soprattutto mi ha fatto conoscere alcune tra le persone a cui sono più affezionato in assoluto, nella mia vita, facendomi superare la barriera dello schermo per vedersi dal vivo, prendere un caffè, cenare, passare week end insieme.
Friendfeed verrà chiuso il 9 di Aprile. Ci siamo rimasti noi italiani, dei turchi e degli americani. È come quando ti chiudono il bar sotto casa e sai che incontrerai le persone al centro commerciale o nei ristoranti, ma non sarà mai più la stessa cosa. Perché su Friendfeed c’era tutto quello che gli altri social network non hanno, compresa e soprattutto, la sensazione di essere a casa e non in una piazza dove urli a squarciagola sperando di superare il livello acustico della voce di qualcun altro.
Insomma, cambio casa un’altra volta. E, stavolta, senza sapere dove andrò a stare. Fino al 9 di Aprile, comunque, mi trovate lì, intorno al fuoco, a raccontare storie e a dire fesserie. Cosa accadrà dopo lo scopriremo solo dopo.

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6 risposte a Closing time you don’t have to go home but you can’t stay here…

  1. valeacaso ha detto:

    Madò, hai centrato un punto che cercavo di spiegare da ieri a chi mi chiedeva il perché di tanto dispiacere: su frenfi (quaisi) nessuno prendeva sul serio i complottisti e gli spacciatori di frasette idioti 😥

  2. lester72 ha detto:

    Tutto vero. Ciao, un abbraccio.

  3. lupigi ha detto:

    E se vi proponessi un social molto simile a FF, che al momento è in beta e dovrebbe partire a brevissimo?

  4. monicabionda ha detto:

    tutto vero, e vabbè : ci sarà un motivo se tu sei uno scrittore e io no.

  5. Pingback: Piccola bibliografia essenziale sul socialino #Friendfeed e la sua chiusura | Gli Appunti del Paz83

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