I’m going to be just about as happy as I can be…

La sveglia che suona e tu che ti svegli con una mano poggiata sul fianco del gatto, che si è misteriosamente steso accanto a te.
Ti rigiri faticosamente, cercando di svegliarti. Di notte leone, di giorno campione mondiale di snooze.
Ti prepari, fai salti mortali per non schiacciare gatti e non inciampare nei vestiti. Ti guardi allo specchio, una, due, tre volte. Ti assicuri di essere ancora lì, di essere ancora la persona giusta. Se non controllassi ogni mattina di esserci, saresti una persona diversa da quella che sei?
Prendi il cellulare e, con un gesto consolidato da anni, ancora stai per pigiare sull’icona di un’applicazione, prima di ricordarti che il posto nel quale andavi a parlare con le persone a cui sei affezionato ti è stato tolto. E allora cominci a pensarci, a quelle persone, chiedendoti come stanno e sentendone la mancanza. Sentendo la mancanza di nomi scritti in un pugno di dati Internet, ma che hanno fatto parte delle tue giornate per anni.
Vai al lavoro, la radio ti regala Pinball wizard e il cielo ti regala un bellissimo sole che sorge e il traffico ti regala la strada sgombra. Saluti i colleghi, ci chiacchieri, fai qualche battuta. Pensi al tuo libro e al fatto che sono cambiate le carte in tavola e che sono anni che studi magia e non puoi farti fregare dalle carte, proprio tu, dopo le ore spese a studiare Elmsley e i falsi tagli.
Alla fine è tutto qui? No, non è tutto qui. Ci sono un sacco di cose che ti aspettano, oggi, domani, nel futuro. Devi solo prenderti il tempo di respirare e di buttarti a occhi chiusi.
Qualcosa arriverà. Non sai se sarà bellissimo o tremendo. Ma sarà qualcosa ed è quello che conta.

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