Il blocco dello scrittore esiste?
Non lo so. Esistono periodi in cui non si scrive (ma questa è una cosa che capita soprattutto se non vivi di scrittura e hai un lavoro con cui ti paghi le bollette). Esistono giorni in cui le parole vengono fuori con difficoltà e quelle che vengono fuori non sono neanche granché. Per contro, come ho già avuto modo di dire, ci sono quelle giornate in cui le parole scorrono fuori che è una bellezza e, quando hai finito, provi l’euforia delle belle giornate di sole o delle buone sedute di sesso.
Però se c’è una cosa che ho imparato, negli anni, è che la sola ispirazione non esiste o, quanto meno, non basta. L’ispirazione va forzata. Bisogna sedersi e scrivere. Anche poco, ma scrivere. Anche se il risultato è pessimo, va fatto, perché hai comunque prodotto, hai messo in moto un procedimento creativo, hai comunque imparato qualcosa (per esempio: cosa non vuoi scrivere).
Quando leggo persone che dicono che la scrittura è un atto doloroso, che ti strappa l’anima, che ti mette di fronte ai lati oscuri della personalità e tutte quelle balle, mi viene sempre da rispondere “prova con il pilates”. La scrittura è una cosa bella, può essere faticosa, può essere frustrante, ma non è qualcosa che ti strappa assolutamente niente.
E invece di stare lì a pensare che si ha il blocco dello scrittore, bisogna solo stare zitti, sedersi e scrivere.
(grazie al solito impareggiabile lui, per lo spunto di questo post)
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Lo penso anch’io: la scrittura è esercizio ripetuto, un allenamento continuo.
Esattamente.
Chi pensa che la scrittura sia solo ispirazione, sbaglia, come dici bene tu.
In fondo per diventare un bravo ciclista bisogna allenarsi tutti i giorni, così come per tutte le attività. Non vedo perché lo scrittore dovrebbe essere una mosca bianca.
L’ispirazione non va forzata.Nemmeno lui lo dice.L’ispirazione è.Ti siedi e faierifai per superare i tuoi limiti,qualsiasi essi siano.E questo,forse, è doloroso.
Per la mia minima esperienza, va forzata. Ti siedi, non ce l’hai, cominci a scrivere, succede che arrivi, che nascano idee e cose che prima non c’erano. Il limite non è la mancanza di ispirazione, il limite è il permetterle di bloccarti.
Le idee c’erano già, il limite era o è non sapere come metterle sulla carta.Questo va cercato, non l’ispirazione.Ma io non sono uno scrittore.
Ma il metterlo su carta rientra proprio nell’ispirazione. Cercare il modo giusto, il dialogo giusto, la formula giusta. “Ispirazione” non è solo l’idea. “Ispirazione” è mettere nero su bianco quello che hai in testa.
Ci ho pensato…no quella è tecnica.E’come gli archeologi: sanno che c’è un tesoro sepolto da metri di terra.C’è, ne conoscono il valore,il significato,immaginano i pezzi. Allora aspettano ad avere strumenti e tecnologie adatte per portarlo alla luce.Se scavano prima rischiano di distruggere tutto.
Va bene. Come vuoi tu.
forse il difficile è mettere nero su bianco i tempi bui, quelli in cui non c’è niente che ti passi per la testa, quelli in cui ti lasci vivere, quelli in cui ti senti bloccato. E’ allora che far uscire le parole diventa una piccola tortura.
(vale per tutti, però, non solo per chi di scrittura vuole vivere)