Cose varie (2016 finora) /2

billions

  1. Non ne leggo in giro, di Billions, eppure a me sta piacendo molto. Un procuratore distrettuale specializzato nei crimini finanziari che cerca di incastrare un multimilionario un po’ Steve Jobs, un po’ Gordon Gekko. Come capita spesso, nelle serie di questo tipo, non c’è un solo personaggio che sia bianco o nero, ma, spesso, vivono immersi nel grigio tutti quanti, compresi mogli, comparse e gente di passaggio. Sono dodici episodi, ne sono usciti sei, è stata rinnovata per una seconda stagione.

Cattura

2. Oh che si può dire di una serie il cui pilota è diretto da Martin Scorsese ed è un pilota di quasi due ore, ergo è un film di Scorsese vero e proprio?
Per esempio, che è un grande pilota. Che Bobby Cannavale è bravissimo. Che la colonna sonora è strepitosa e che, diavolo, non sono ancora riuscito a guardare gli altri episodi. Però, già solo quelle due ore lì sono la fine del mondo.
E sì, ascoltate la playlist su Spotify, ché poi ne chiederete ancora e ancora e ancora.

lansdale

3. L’avevo comprato anni fa e mai letto, per tutta una serie di ragioni, non ultimo il fatto che il precedente libro, Vanilla ride, non mi aveva fatto impazzire.
Non posso dire che Devil Red sia brutto, ma ho come l’impressione che, giunti a questo punto e a questo numero di storie su Hap & Leonard, Lansdale cominci a perdere interesse in cosa racconta, per divertirsi a raccontarlo e basta. Il che, appunto, non significa che il libro sia brutto, ma che la storia improbabile del serial killer che disegna il diavolo sui luoghi del delitto, sia portata avanti in maniera un po’ così, un po’ buttata via. Lansdale non è mai stato uno precisino, nella linea narrativa, ma qui mi ha dato un po’ l’impressione di impegnarsi meno del solito (il che mi ha un po’ frenato da comprare il nuovo, Hony tonk samurai) (quello e il prezzo di 19 Euro, lo ammetto).

buffalo

4. Sono arrivato con un p0′ di ritardo al nuovo album di The White Buffalo. Lo trovo diverso dai precedenti, accanto alle sue classiche canzoni, un po’ murder song, un po’ country, ci sono dei pezzi che sembrano uscire dal suo solito stile (tipo la bellissima Come on live, come on in, che sembra arrivare dritta da un tardo periodo Motown) e che mi hanno un po’ spiazzato. Non so dire se è bello quanto gli altri, però stamani lo stavo ascoltando, mentre venivo al lavoro e, dopo l’ultima canzone, l’ho fatto ripartire da capo e questo qualcosa vorrà dire.

5. Mi sono ricordato, mentre è in corso il problema Donald Trump (perché sì, è un problema e se non lo capite, Berlusconi non v’ha insegnato nulla), di questo pezzo di Nellie McKay, la quale lo scrisse in seguito ad alcune dichiarazione dei candidati alla corsa presidenziale del 2008. Me lo sono riascoltato e, a parte che lei è brava, il pezzo è ancora modernissimo.

6. Metto questo numero di John Archer perché l’ho visto e mi è piaciuto e ho detto “lo replico”. Ecco: non è facile per niente, da replicare. Sono andato a farlo con l’arroganza di quello che dice “vabbè, è una fesseria” e invece si trova a sbattere il muso contro un numero costruito benissimo. Non solo dal lato tecnico (che ho capito, ma è meno facile del previsto), ma soprattutto per lo speech che è divertente e ha un ritmo pazzesco. (i due signori alla fine sono Penn & Teller. Quarant’anni di carriera nel mondo della magia, tra i migliori al mondo e non capiscono il trucco. E io pensavo di sì. No, dico, ma dove avevo la testa?)

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4 risposte a Cose varie (2016 finora) /2

  1. Irene Facello ha detto:

    The White Buffalo ❤

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