1. Di Westworld state sicuramente leggendo (un sacco di cose) in giro. La serie HBO era attesissima fin dai trailer, così evocativi e pieni di mistero. Poi c’è il nome di J. J. Abrams, che, volenti o nolenti, attira sempre l’attenzione. Quando è uscito, Westworld, ha diviso: o è piaciuto molto o ha annoiato molto. Le prime puntate sono lente, ma costruiscono tutta un’atmosfera che, personalmente, ho amato parecchio. Le ultime cominciano a fare succedere cose ed è qui che la trama si complica. Di quelle complicazioni che, qualcuno, ha già cominciato a paragonare a Lost, facendomi scendere un brivido lungo la schiena. A me, per ora, sta piacendo moltissimo. Hanno annunciato una seconda stagione, cosa che, lo ammetto, preoccupa. Però un’occhiata vi consiglio di darla.
2. Regina Spektor è tornata, con un nuovo album, all’improvviso. Sicuramente colpa mia, che non seguo il mercato e, quindi, ricevo questo genere di sorprese. Ma, essendo sorprese gradite, benvengano e, anzi, di più, per favore. Com’è il nuovo album? Leggermente inferiore ai precedenti, meno “uniforme”, come se avesse più difficoltà a trovare un suono e uno stile univoco, come succedeva in Soviet Kitsch o in Begin to hope, ma il singolo di lancio, Older and taller, mi ha rapito come pochi e i picchi di The light e The visit meritano ascolti ripetuti.
3. Non si tratta di un nuovo libro di Murakami, quanto della raccolta dei suoi due racconti d’esordio. Che dire? Sono, ovviamente, molto acerbi, ma già trovi la precisione dell’autore nei dialoghi e la sua passione per quella sottile linea tra la vita di tutti i giorni e l’assurdo. Non imperdibile, ma molto interessante.
4. Su “Oh…Sir!” ci sono capitato per caso ed è stupido e divertente, capace di assorbirti come solo le cose stupide e divertenti sanno fare. Per chi viene da Monkey Island, una gara di insulti è tipo un richiamo irresistibile. Il gioco non è altrettanto sagace, ma vi metterà nei panni di un personaggio impegnato a insultarne un altro (manovrato dal gioco e da un altro giocatore), scegliendo tra una lista di parole e verbi e congiunzioni, disponibili dall’inizio dello scontro, nel tentativo di sconfiggere l’avversario. Ripeto: è stupido, ma anche dannatamente divertente.
Your son was defeated by an alien hamburger and has no colour telly and you know this is true!