Le solite dodici canzoni di un anno finito, pieno di momenti in cui la musica mi ha accompagnato e mi ha tenuto la mano perché ne avevo bisogno. Quest’anno ho avuto un sacco di musica caotica, pochi album ascoltati da cima a fondo e, per la maggior parte, tutti vecchi.
Sono qui, i miei dodici pezzi, spero qualcuno piaccia anche a voi.
In questa versione live, che è la mia preferita. Un pezzo che ho sempre amato e che ho ascoltato molto, quest’anno. Soprattutto durante i miei viaggi in Italia, per andare a Budrio, a finire di traslocare e a occuparmi della vendita dell’appartamento. Una canzone che, quando ascoltavo mentre attraversavo la pianura, mi riportava indietro di anni.
2. There’s a storm A Comin’ – Richard Hawley
Aprile è stato un mese lavorativamente complicato. Ricordo che la preparazione e realizzazione di un progetto che si teneva in quei giorni, ha reso Febbraio e Marzo abbastanza difficili. La mattina uscivo di casa per andare a lavoro e la voce di Richard Hawley mi ricordava che il tempo stava per finire.
3. You’re welcome – Dwayne Johnson
Eh lo so. Ma guardate “Oceania”, poi ci rivediamo qui, mesi dopo, quando ancora la state cantando a squarciagola.
Spotify, ogni lunedì, offre una playlist dove mette pezzi di gruppi e artisti che normalmente uno non ascolta, ma che, secondo Spotify, potrebbero piacere. Non sempre ci azzecca, ci sono settimane mosce dove non ti piace nulla. Ma, invece, a volte sì e ti fa scoprire gli The Sheepdogs, con il loro rock pop leggero, ma divertente e pieno di ritmo.
Di una di quelle volte che mi sono ricordato di avere un cuore pure io.
6. The last goodbye – Billy Boyd
Uno di quei pezzi struggenti e melanconici e nostalgici, che su di me si attaccano come la melassa e non posso farci niente. In più, se sei un nerd, ha tutta una serie di spezzoni che ti riportano indietro di quasi 18 anni e ti attorcigliano le budella.
7. Going home – Flogging Molly
L’avevano scritta e scartata e poi si sono detti “ma sai che è bella?” e l’hanno messa fuori come singolo e io l’ho ascoltata fino alla nausea, in un paio di mesi particolarmente complicati, soprattutto mentre guardavo fuori dal terrazzo di un hotel, aspettando di poter tornare a casa.
8. Go the distance – The White Buffalo
Non è un pezzo nuovo, ma è un pezzo al quale sono molto legato. Quest’anno sono capitato su questa versione live fatta per YouTube e l’ho adorata di nuovo.
9. The world is green – Tom Waits
Mi viene difficile dover spiegare ancora perché Tom Waits è uno dei grandi e quindi niente, non lo faccio, ma vi lascio questo pezzo qui che, sospetto, vi farà concordare con me.
10. Come – Jain
Me l’hanno portata in dono dal MadCool 2018 e ho cominciata ad ascoltarla e ad amarla. Mezza francese, mezza malgascia, è capace di trascinarti e farti battere il piede anche quando penseresti che no.
11. Going out in style – Dropkick Murphys
Non sono un appassionato dei Dropkick Murphys, di cui conosco pochi pezzi. Questo è esploso un giorno nelle mie orecchie e mi ha preso pienamente, facendomi ridere e cantare a squarciagola.
12. Telefonami tra vent’anni – Lucio Dalla
È un pezzo bellissimo che, per quanto vecchio, per quanto ancora parli del 2000, ancora capace di farti pensare al futuro e a farti vedere mentre ci arrivi con altri, insieme, ma in modo diverso.
Mi serviva un punto di partenza per la playlist di gennaio. Grazie.
Grazie a te. E fammi sapere se c’è qualcosa che ti piace.