Ritornano i blog, dicono.
O forse, semplicemente, torna la voglia di scrivere qualcosa di più lungo di uno status di Facebook o di un tweet o di una arguta battuta su qualche sito di battutisti.
Alla fine sembra una cosa enorme, ma sono pochi quelli che hanno riaperto le porte. Persone che sono state importanti, nel periodo di massimo splendore dei blog, per tanti o per pochi o solo per me. Persone che hanno voglia di buttare fuori cose e sanno che c’è spazio per tutti, per farlo.
Io non ho mai smesso. Ho rallentato. Ho avuto periodi morti. Ma non ho mai smesso di scrivere.
E – lo dico per quelli che si stupiscono del ritorno del blog, del fatto che la gente non scrive su Medium, che si chiede perché dovrebbe perdere il suo prezioso tempo a leggermi – non ho mai scritto per voi.
Ho sempre scritto per me. Perché scrivere mi fa stare bene. Perché tiro fuori cose che, a voce non direi, non riuscirei a dire, non troverei il coraggio di dire.
E sì, lo faccio in un blog pubblico perché qualcuno può leggere e dire “anche io” o “sei un coglione” e mi va bene comunque, perché non era quello a cui puntavo e quindi ogni di più è un regalo.
Durerà? O saremo come un gatto sull’autostrada?
Non lo so. Non mi interessa.
Scrivo per me.
E leggo perché mi piace leggervi. E vi ringrazio, per ogni parola che butterete in rete, perché vorrò sempre leggerla, perché mi farà sentire vicino a voi.
Ti lovvo, sallo.
E allora lo vedi che la cosa ecc. ecc.
Proprio così.
passavo di qui a dire “anche io”.
Lo so. ❤