Si parla molto del ventennale di Matrix, in questi giorni.
Comprensibilmente perché è un film che ha fatto storia (non sempre bella storia, va detto) e che è entrato nell’immaginario collettivo. Come tale, è più che giustificato parlarne ancora.
La cosa che mi è tornata in mente, oggi, è che per me non è tanto il “ti ricordi di quando andasti a vedere Matrix?” (per la cronaca, me lo ricordo: ero al cinema Astra, a Pisa, con i soliti amici. Andammo a vederlo senza saperne niente di niente di niente. Ettore, mentre ancora aspettavamo che si spegnessero le luci, si sporse verso di me e mi chiese “a proposito, cosa stiamo guardando?” e io “boh, non lo so. So che è di fantascienza e che c’è Keanu Reeves”).
[INTERLUDIO] Eravamo davvero giovani e fiduciosi verso il futuro e l’altro. Oggi, al cinema ci può essere un nuovo Guerre Stellari diretto da Spielberg e, quando ti siedi, arriva Gal Gadot e ti infila mezzo metro di lingua in bocca prima di passare ad altre attività ricreative, e comunque non avrei voglia di alzarmi dal divano per andare al cinema. [FINE INTERLUDIO]
Dicevo, non è tanto il “dove eri?”.
Per me, Matrix tornò tremendamente alla ribalta qualche settimana dopo averlo visto, quando uscì un film a cui tenevo molto e che avevo atteso, quello sì, con trepidazione.
Andai al primo spettacolo. Entrai per primo. Fui il primo a sedermi.
Ricordo ancora l’orrore e l’incredulità, durante i titoli di coda, mentre realizzavo che avevo preferito Matrix al nuovo Guerre Stellari – Episodio 1: La minaccia fantasma.