Quando l’anno è cominciato ho pensato di fare altro. Ho pensato che meno serie TV era un buon modo per sfruttare il poco tempo libero che ho a disposizione.
Ho pensato che volevo imparare cose, esplorarne altre che non conoscevo e capire dove mi avrebbe portato.
Ho cominciato a guardare corsi online di tutto: cucina, scienza del sonno, trattative con gli ostaggi applicate al business (lo so, non ci credo neanche io, mentre scrivo). Sto imparando cose. Sto scoprendone altre che mi piacciono o che mi paiono anche solo interessanti.
Ho iniziato un podcast, una roba minuscola, di pochi minuti ogni tanto, in cui racconto fatti, mentre mi mangio le parole e biascico ed è tutto molto imbarazzante, ma mi piace farlo.
Non vado al cinema da un anno, come tanti. Non vedo gli amici da un anno, come troppi. Non vedo la fine di tutto questo, come tutti.
Ogni tanto penso a mio padre e mi chiedo cosa direbbe, ora. Penso che se n’è andato perché sì, forse per il COVID, forse no, ma che ha lasciato un vuoto enorme che nessuno può riempire e, ogni tanto, parlo e gesticolo e penso “oh mio dio, sono lui”.
La vita è complicata, dico sempre. La vita si è complicata ulteriormente il 22 Dicembre, ma non ci si può fare niente e con l’aiuto di chi amo e dell’alcol (che amo, quindi il cerchio si chiude) ho deciso di sterzare e di spostare la traiettoria per cercare di imbroccare almeno alcuni momenti di serenità e benestare. Il che passa per la cucina medio orientale o per la panificazione o chissà cos’altro, ma va bene, va bene tutto, fino a quando mi fa arrivare a fine giornata il più possibile tranquillo.
Fuori l’indirizzo del podcast, mica puoi pensare di cavartela così
no, aspetta…podcast??
Si, in questo momento, va bene tutto.
fuori il podcast +1!
ALLORA?!