L’altro giorno stavo guardando Prey, prequel a Predator (non l’ho finito. Non do giudizi. Lasciatemi stare) e, a un certo punto, succede una cosa.
Succede che la protagonista sta attraversando una foresta (se non lo sapete, la protagonista è una giovane nativa americana, poiché il film si svolge a quei tempi lì, quando ancora non erano stati dominati) e, all’improvviso, cade dentro delle sabbie mobili.
E quando questo è successo, è stato un momento stranissimo perché non vedevo o leggevo di un personaggio di una storia che cade dentro le sabbie mobili da un’infinità di tempo.
Quando ero piccolo, le sabbie mobili erano state un pericolo per un sacco di personaggi di cui leggevo.
Zagor cadeva nelle sabbie mobili. Zorro. I personaggi di Salgari. Tarzan. Topolino, Paperino e soci. Mister No. Mandrake.
Poi, improvvisamente, le sabbie mobili sono scomparse dalla mia vita, se non per ricoprire il ruolo di metafora legata alla situazione lavorativa o sentimentale di qualcuno.
L’altra cosa bizzarra che è successa è che, mentre la protagonista lottava per uscire dalle sabbie mobili, mi sono ricordato della regola base per sopravvivere: non ti devi muovere, perché, più ti muovi, più rapidamente vai a fondo. L’ho pure borbottato, mentre quella si agitava “eh no, non muoverti”.
Ve lo lascio qui, perché non si sa mai quando potreste incapparci. Pare che le sabbie mobili ritornino dal passato quando meno te lo aspetti .