Raccontami di quella volta che ti sei commosso.
A dirla tutta, non sono mai stato uno che si commuoveva facilmente. Ho sinceramente pianto più spesso per la rabbia che per la tristezza o la commozione.
Quando guardavo film con scene strazianti, mi ritrovavo circondato di persone in lacrime e io, pur avvertendo una certa tristezza di fondo (ché per la malinconia, invece, sono portatissimo), non piangevo. La mia compagna dice (scherzando. Spero.) che non ho un cuore.
Poi, nel 2020, è morto mio padre ed è nata mia figlia e qualcosa è cambiato. Non è che ora pianga di continuo, ma sono più portato a commuovermi e a sentire gli occhi umidi di un tempo (ma non sottovaluterei anche la stanchezza costante che provo, come causa).
Se escludiamo gli argomenti sensibili (il ricordo di mio padre, certe cose che mia figlia ha fatto nei suoi primi due anni e mezzo di vita), non ho qualcosa di particolare che mi faccia commuovere. Non ci sono argomenti specifici che mi portano allo stato di avere voglia di piangere.
Sia chiaro: non considero il commuoversi una debolezza, anzi. Probabilmente è uno dei sentimenti più puri che proviamo perché, in qualche modo, toccano corde che sono estremamente intime e che, a volte, anche noi ignoriamo, volontariamente o meno.
Qualche tempo fa, stavo riguardando “Penn and Teller: Fool Us”. Per chi non lo sapesse, sono un appassionato di magia e Penn e Teller sono una coppia di maghi molto famosa, nell’ambiente e non solo, che sono in giro da diverso tempo. Hanno una trasmissione dove invitano maghi da tutto il mondo a presentare un gioco di magia davanti a loro; loro provano a capire come funziona e, se non ci riescono, il mago in questione vince un trofeo e può andare a ripetere la sua esibizione a Las Vegas, al loro show.
In una puntata, si presenta Alexandra Duvivier, figlia di un grande mago francese e anche lei maga eccezionale. Esegue un gioco che potete vedere qui ed è un gioco molto bello, molto elegante e divertente. Alla fine Penn e Teller ammettono di non avere capito come funziona e lei si commuove.
Se guardate il video è tutto molto misurato e dolce, non è quel genere di reazione che vediamo spesso in televisione, con le urla, i pugni alzati e così via.
Sorride, dolcissima, sposta lo sguardo come se si vergognasse e gli occhi si inumidiscono.
C’è un retroscena a questa storia, raccontato da Penn e Teller stessi. Alexandra è francese e il suo inglese, per quanto buono, non è perfetto. Al momento del confronto con i due giudici, loro danno una spiegazione del trucco (per chiarire: il trucco non viene mai spiegato chiaramente, Penn parla sempre per metafore e analogie, infilando riferimenti mascherati a tecniche e a prestigiatori. Una sorta di codice che solo chi fa magia può capire – e, a volte, manco chi la fa) e, quando le chiedono se la spiegazione è corretta, lei ammette di sì. Banalmente, non si sono capiti. Al momento di uscire, Penn dice a Teller “Qualcosa non quadra, vero?”. Teller esce nel retropalco e parla con lei, facendosi spiegare per filo e per segno come funziona il gioco, poi torna da Penn e gli dice che c’è stata una incomprensione e che, in realtà, loro due si sono sbagliati. La richiamano quindi sul palco, con la scusa di un problema tecnico che li costringe a registrare nuovamente il segmento, e, a sorpresa, ammettono di non avere capito il trucco.
Ora riguardate nuovamente la sua reazione e, forse, vi commuoverete con me.