Il peggior appuntamento al quale sei stato?
Una volta invitai una ragazza a uscire perché ero cottissimo di lei e lei lo sapeva e mi teneva a una discreta distanza, un po’ perché non era cottissima di me (per quanto non fosse propriamente del tutto indifferente), un po’ perché stava cominciando una relazione.
Riuscii a convincerla a cenare insieme, una volta che mi trovavo nella sua città, e andammo in un ristorante di carne caro come solo i ristoranti di carne delle grandi città sanno essere. La serata si svolse con una certa tensione di fondo, ma in generale non fu spiacevole, fino al momento in cui, per ragioni che mi sfuggono, mettemmo le carte sul tavolo e parlammo di noi o, per lo meno, di quello che “noi” significava, in quel momento della nostra vita.
C’è da dire, per la totale e aperta onestà che questa serie di post mi richiede, che ero in un periodo della mia vita un po’ complicato e dedicato all’amore promiscuo senza particolari filtri e lei lo sapeva.
Sapeva, soprattutto, che ero stato a letto con la sua coinquilina e, durante quella particolare conversazione, mi rinfacciò la cosa (cosa che, dal mio punto di vista, era incomprensibile, visto che non stavo né con la coinquilina, né con lei, ma che altrettanto mi era comprensibilissima, non essendo precisamente un ottimo biglietto di visita per le mie profferte amorose).
“E poi dormi a casa nostra e dormi sul divano? Che senso ha?” – disse, riferendosi a una mia precedente visita.
“Non ho capito, dove dovevo dormire? – ho chiesto, avendo ormai superato la fase della diplomazia e cominciando a essere irritato oltre modo – Con lei?”
“Eh.”
“Senti, io quella notte avevo prenotato un quattro stelle per me e ho rinunciato per dormire a casa vostra. Lo sai perché?”
“Perché?”
“Perché ti volevo vedere, idiota!” – ho esclamato, esasperato.
Il resto della cena, immagino sia chiaro, non è stato granché. Abbiamo mangiucchiato un dolce, scambiato due chiacchiere generiche. L’ho poi accompagnata all’autobus e sono tornato al mio hotel.
Ci saremmo scambiati un paio di mail, successivamente, ma le cose, tra noi, non sono mai andate in porto.
Ma, se vogliamo trovare un lieto fine in questa storia, mi sento di indicarne due: il primo è che, tutto sommato, la nostra mancata storia è un bene, perché temo non avrebbe mai funzionato, tra noi. Il secondo è che, anni dopo, siamo ancora molto amici e ci vogliamo molto bene. Il che è più di quanto possa dire di molte delle persone con cui sono uscito.
Quando è stato il tuo primo bacio?
A quattordici anni, con la prima ragazza con cui sono stato poi a letto (cosa, questa, che ricordo con un certo imbarazzo perché lei aveva più esperienza di me e, quando iniziò la cosa, ci infilammo a letto nudi e lei, probabilmente, si aspettava della iniziativa, da parte mia, mentre io fissavo il soffitto e pensavo “ci vorrebbe uno pratico”).
Questo se parliamo del primo bacio serio, poi ci sono le cose da bambini, ma suppongo (spero) non contino.
Per favore dimmi delle frasi per abbordare che funzionano sempre.
“C’è un aeroporto nelle vicinanze o è il mio uccello che sta prendendo il volo?”
(faccio schifo, ad abbordare, si nota?)
Di dove sono i tuoi genitori?
Mia madre è nata a Vienna ed è crescita a Stoccarda, mentre mio padre era di Nuoro. Negli anni ’60 mia madre si è trasferita dalla Germania in Sardegna (che, negli anni ’60, era come il resto del mondo negli anni ’20) e, nonostante il devastante shock culturale, sono rimasti insieme fino alla morte di mio padre, tre anni fa.