Tutto questo non può finire bene- copertina

(Ciao, questo è la copertina del mio nuovo libro. Si intitola Tutto questo non può finire bene e uscirà per Blonk a fine Gennaio. La data precisa ancora non la sappiamo, ma intanto, oltre alla copertina ecco un altro pezzo del primo capitolo.)

Daniela torna e mi mette davanti una coppetta con delle noccioline. Ringrazio con un cenno del capo e mene infilo una manciata in bocca.
– Un funerale – dice lei, mentre sciacqua bicchieri e piatti che ripone nel cestello della lavastoviglie.
– Come hai detto, scusa? – chiedo.
– Va a un funerale. Per questo sta tornando a casa, perché è morto un suo parente e sta andando alfunerale. Questo spiegherebbe perché è così di cattivo umore.
– Promettimi che anche tu non lascerai il tuo lavoro per cominciare la carriera di veggente.
Sorride e con pochi gesti precisi chiude la lavastoviglie e la fa partire.
– Sto andando al matrimonio di mia sorella. E già questo sarebbe un ottimo motivo per essere di cattivo umore, concordi?
– Perché? Non è felice che si sposi?
– Sono molto felice che si sposi e questo per la semplice ragione che l’argomento “allora, Teresa, quando vi sposate?” che salta fuori a ogni pranzo di famiglia finirà finalmente in archivio.
– Però – dice lei, alzando un dito – ora cominceranno a chiederle quando farà dei figli.
– Oh no, quello non mi preoccupa. È già incinta. Al quarto mese, per la precisione.
– Ah.
– E no, non si sta sposando per quello.
– Non lo pensavo.
– Invece sì. E non devi sentirti in colpa per essere stata così banale e allusiva, è normale, lo hanno pensatotutti. L’ho pensato anche io che so che non lo fa per quello.
– Va bene – dice, ma non sembra convinta. – Allora come mai non è contento?
– Perché odio la mia famiglia. Davvero. Non è una posa, non è un modo di dire. Non li sopporto. Nessuno. I miei genitori, i miei fratelli, i miei zii, giù fino all’ultimo parente acquisito. Non sopporto nessuno di loro.
– Non è possibile.
– Giuro.
– Nessuno odia tutta la sua famiglia.
– Hai davanti a te il primo esemplare della specie, allora. Dovresti farmi una foto e aprire una paginaWikipedia su di me.
Mi studia con attenzione, poi va da un cliente per fargli pagare il conto e io bevo ancora al mio bicchiere,rendendomi conto di essermi sbagliato. Quando fa ritorno, attiro la sua attenzione con un cenno della mano.
– No, in effetti, aspetta, non aprire la pagina di Wikipedia.
– Ah ecco, mi sembrava strano.
– Amo moltissimo mia nonna paterna.
– Vede? Nessuno odia tutta la sua famiglia.
– Sì, è vero, mi sbagliavo.
– Quindi dovrebbe essere contento di vedere almeno lei.
– Lo sono. Lo sono – ripeto, annuendo. – È una persona splendida e la amo da morire. Ho sempre detto che,invecchiando, sarei voluto diventare come lei che è saggia e amabile e amata.
– E invece… – dice lei.
– OK, tanto per cominciare mi offendo moltissimo che tu dica “e invece” perché sottintende che tu non mi riconosca nessuna delle tre caratteristiche qui sopra.
Non dice nulla e arriccia le labbra.
– Almeno “saggio”, forza. Passino gli altri, ma non puoi sapere se sono saggio o meno, ci conosciamo appena.
Continua a non dire niente e sospira, paziente.
– E invece sto diventando come mio padre – ammetto, alla fine, sconfitto.
– Suo padre non può essere così male.
– Come puoi dirlo? Non sai neanche com’è fatto.
– L’ha tirata su e, nonostante lei lo odi, non l’ha ancora uccisa. Deve avere dei lati positivi.
Finisco il whisky, poggio il bicchiere, il ghiaccio che tintinna.
– Ho deciso che ti odio, Daniela. Scordati la mancia.
– Non me l’avrebbe data lo stesso.
– È vero – ammetto.

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