Che poi sarebbe ingiusto, ora, dire che ha fatto solo film belli. Ché Robin Williams ci ha anche propinato certe robe da facepalm, di quelle che, se lo avessi conosciuto di persona, lo avrei preso per un braccio e gli avrei detto “vieni via, Robin, sei ubriaco”.
Ma per quelli della mia età (che significa che sì, cazzo, sto invecchiando moltissimo) avrà sempre un posto nel cuore. Perché abbiamo riso guardando Mork e Mindy anche se non avevamo l’età per capire la bravura e la grandezza di quel tizio con i capelloni. Faceva le vocine e le smorfie e ridevamo, ma afferravamo, forse, il 10% della sua classe.
E ovviamente c’è stato L’attimo fuggente che è stato il primo film per il quale ho pianto, ai tempi, e che a rivederlo oggi è insopportabilmente retorico e melenso, ma riesce lo stesso, in determinati punti, a smuovermi qualcosa dentro (e poi sì, OK, il ragazzino che recita e quello che è timido e Nuanda, ma io mi identificavo tantissimo in Knox Overstreet che cerca di conquistar Crissy che sta con un altro, solo che la mia Crissy, che si chiamava Carlotta, non mi ha mai corrisposto. Stronza.)
(un’altra cosa che potete fare, se siete del circolo sopravvissuti de L’attimo fuggente, è aprire IMDB alla pagina del film e guardarvi le foto degli attori per vedere come sono invecchiati, ché mica solo voi e io. Ed è un effetto strano, tipo guardare un album di fotografie e pensare che Pitt, l’occhialuto secchione, è invecchiato bene, migliorando, pure, come succede a molti, tipo al sottoscritto)
E poi c’è Good Morning Vietnam e Adrian Cronauer e la scoperta di quel talento meraviglioso di Forrest Whitaker e alcune battute splendide che ancora oggi mi capita di recitare (e una colonna sonora che levati).
Ha fatto tante cose brutte, Robin Williams. Ho difficoltà a perdonargli le Notti al museo, Licenza di matrimonio o quel film con Billy Crystal (è un po’ come vedere due dei tuoi eroi all’angolo della strada che fanno i barboni).
Ma era bravo. Bravissimo. E se era in vena sapeva strapparti le risate come pochi altri al mondo.
Forse si è suicidato davvero, come dicono, perché era depresso. Ma non mi interessa come è morto, mi è interessa come è vissuto (anche se l’ha fatto male, bevendo, facendo uso di droghe, ma anche avendo una figlia che ha chiamato Zelda come la principessa del videogame omonimo). Mi interessa che è stato capace di farmi ridere da bambino, da adolescente e da adulto.
E forse quando un comico muore, il modo migliore per ricordarlo è ridendo e non versando lacrime. Le mie risate, oggi, sono in questo pezzo sul golf che ho visto un sacco di volte (più o meno ogni volta che ho avuto a che fare con degli scozzesi) e che guarderò ancora altre volte, ora che Robin Williams ci ha lasciato.
😥
L’ha ribloggato su sallyscrive .
L’ha ribloggato su Infinite Vocie ha commentato:
Rebloggo questo articolo perché riassume ciò che penso… Ciao Robin.
l’uomo bicentenario
Non ho capito: nel senso che è un film brutto?