In quale città* ti sei sentito potenzialmente a casa?
(*che ha visitato, non dove hai/hai avuto casa)
Io amo moltissimo Parigi. E amo moltissimo Parigi perché ho avuto la fortuna di avere dei genitori che me l’hanno fatta conoscere e me ne hanno fatto innamorare. Che mi hanno insegnato il piacere di camminare per ore e scoprire angoli nascosti e luoghi meno tipici (tipo perdersi nei supermercati cinesi e comprare cibarie sconosciute, cercando di capire come si cucinano).
Parigi è una città enorme, ma a misura d’uomo. Non ti senti mai perso, hai la sensazione di poter arrivare ovunque, con facilità, in qualsiasi momento. Ha scorci di bellezza ovunque ed è capace di darti qualsiasi cosa tu cerchi: arte, architettura, una società cosmopolita, scorci di una bellezza mozzafiato.
Ho sempre detto che, idealmente, mi sarebbe piaciuto andare a vivere e a morire lì.
(poi, a voler essere onesti, Parigi ha anche un costo della vita intollerabile, puzza di pipì in estate e discreti luoghi dove ti tagliano la gola senza manco salutare, eh? Però, ecco, i piatti della bilancia ancora pendono dal lato dell’amore)
Molti anni dopo, ho provato la stessa cosa per Londra, tanto da valutare, per un certo periodo, di lasciare tutto e trasferirmi a vivere lì (e c’è da dire che, in quanto a costo della vita, credo che Londra – ma l’Inghilterra più in generale – sia molto peggio di Parigi).
I nostri viaggi a Parigi, con il tempo, hanno sviluppato la mia passione per le vacanze in cittadine straniere da solo. Mi è sempre piaciuto incamminarmi e girare per ore, senza meta precisa, a parte, magari, quel museo o quel monumento che fanno parte delle cose imperdibili.
Ho sempre amato sedermi ai tavolini dei bar, lungo le strade e guardare la gente che passa, spiare com’è la vita in un posto diverso, come sono i ritmi, come si comportano le persone, quali sono le abitudini.
Adoravo prendere il computer e scrivere, mentre scrutavo la vita di tutti i giorni passarmi accanto, mentre capitava di conoscere qualcuno, di scambiare due chiacchiere, di raccontarsi le cose, perché a volte è più facile instaurare un dialogo con un perfetto sconosciuto che con qualcuno che conosci da una vita.
Mi sono sempre sentito a casa in posti in cui potevo rilassarmi, bere una cosa e chiacchierare con qualcuno: un barman, un cliente, un negoziante, un vicino di tavolo, un altro turista. Ho conosciuto persone interessanti e variopinte: spacciatori, spogliarelliste, poliziotti in borghese, artistoidi, prestigiatori, anche un fachiro.
Casa è ovunque ti senti in pace, perché sentirsi in pace è difficile e, quando succede, ti leghi ai luoghi e alle persone che hanno permesso a questo piccolo miracolo di avvenire.
Per me, pensa, è Bologna.
Eh per me pure, ma lì ci ho vissuto e quindi era escluso dalla domanda. 🙂
eh immagino 🙂